venerdì 14 gennaio 2011

I can resist everything except temptation.

Titolo:  Il ritratto di Dorian Gray 

Autore:  Oscar Wilde

Oscar Wilde fu uno dei più grandi rappresentanti del decadentismo inglese. Sebbene esso fosse irlandese, conquistò Londra scrivendo innumerevoli poesie, drammi, commedie, favole, racconti e saggi, riuscendo ad avere un grande successo letterario.
Wilde basò le sue opere sul principio dell’estetismo, nella propria vita e nella propria arte non obbedì mai ad alcun criterio che non fosse quello del piacere e della bellezza.
Questo stile si trova per l’appunto, in quello che è considerato il suo romanzo più importante, “Il ritratto di Dorian Gray”, uscito nel 1891, venne duramente condannato dalla critica per la sua scabrosa misticità, che non chiariva la posizione dello scrittore in merito alla virtù e alla malvagità. Wilde rispose a queste polemiche nella prefazione del romanzo, tanto che quest’ultima divenne il suo più grande manifesto artistico.  Esso si espresse così: “Virtù e malvagità sono per l’artista semplicemente quello che per un pittore sono i colori sulla tavolozza. Né di più, né di meno.”.
Il protagonista del romanzo è Dorian Gray, un giovane ragazzo, della Londra borghese del XIX secolo, dalla bellezza algida ed eterea con una flebile ed innocente personalità incline ad essere facilmente influenzata. A fargli da maestro di vita troviamo Lord Henry Wotton, un nobile cinico e spietato che attraverso il suo carisma e i suoi innumerevoli aforismi, mira a intaccare la purezza di Dorian, insegnandoli l’amore per la bellezza e la ricerca del piacere.
Il romanzo comincia presentandoci lo  studio di
Basil Hallward, intimo amico di Dorian e pittore affermato; mentre quest’ultimo, è  intento a dipingere un ritratto per l’amico per cui nutre una profonda ammirazione.
Dorian ottenendo in regalo il suo ritratto, rimane affascinato a tal punto da quella fresca e giovane immagine, tanto da creare della propria bellezza e giovinezza un pregio del quale mai avrebbe potuto privarsi, provando perfino una sorta di invidia per quel ritratto, il cui splendore sarebbe stato immutato ed eterno.   
Per una malvagia causalità , partorita dai pensieri che invadevano la mente di Dorian, accedé che il ritratto portasse a se tutti i segni dell’età che passa e dei vizi e delitti dell’uomo raffigurato, mantenendo quest’ultimo nell’aspetto sempre giovane e bello. Se ciò in principio disgusta Dorian che vede il quadro perire ed imbruttirsi, inseguito esso decide di nasconderlo nella soffitta della propria casa, approfittando di ciò per seguire a fondo gli insegnamenti di Lord Henry. Quando il pittore Hallward, però viene a conoscenza dei profondi mutamenti del suo quadro, rimprovera all’amico la vita vergognosa, pregandolo di fermarsi. Dorian accecato dal potere che possiede e spinto da un profondo odio per il creatore di quel ritratto demoniaco, lo accoltella, uccidendolo.
Cercando a fondo il vero piacere, Dorian incontra nella sua vita anche una giovane donna, Sybil Vane, di cui si invaghisce e il quale  a sua volta viene ricambiato. Si tratta di un’ attrice di teatro, nel quale spesso Dorian amava trascorrere le sue serate.
A seguito dell’interessamento ch’esso prova verso la ragazza, ella rimane fortemente colpita dal suo rifiuto, dovuto al fatto che una sera la sua recitazione non gli fosse piaciuta. Tanto, che spinta dalla disperazione, ella decide di togliersi la vita. Così che sulle spalle di Dorian ora gravino ben due morti, che assieme alla totale mancanza di leggi morali, vanno a deturpare ancor più il dipinto.
Il protagonista messo di fronte alla brutalità della sua anima, raffigurata così perfettamente nel suo ritratto con i tratti spaventevoli del volto e il sangue sulle mani, diventa un atto d’accusa troppo pesante da sopportare tanto da indurlo a lacerare il quadro con un coltello.
Ma è lui a cadere morto: il ritratto torna a mostrare le fattezze del giovane e bello Dorian Gray, mentre a terra resta un uomo devastato dalla vecchiaia, un essere disgustoso e spaventevole, tanto da essere quasi irriconoscibile dai servi, che lo troveranno riverso con un coltello conficcato nel cuore. L’arte, insomma, trionfa sempre sulle brutture della vita. 

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